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Il nostro
Senegal
Credo sia giunto il
momento di dedicare il giusto spazio al Paese che ha
caratterizzato gli ultimi anni della nostra vita e che
probabilmente condizionerà anche i prossimi in modo
decisivo. Come già abbiamo scritto, qui abbiamo deciso
di piantare un po' delle nostre radici mettendo su casa,
in quella splendida regione che il Dialaw, ancora esente
dal turismo di massa e quindi in grado di costringerci a
relazioni sociali più o meno approfondite con la
popolazione indigena, che ci ha accettati quasi come
fratelli.
Non parliamo del Senegal come di un paese dalle mille
meraviglie, perché non è vero, anche se, a saperli
cogliere, è ricco di aspetti particolari che non
mancheranno di stupire e appagare il viaggiatore più
esigente.
Probabilmente la ricchezza maggiore di questo paese è la
cultura e la tradizione, che tuttora risentono di quelle
secolari credenze animiste nonostante sia diffuso in modo
piuttosto capillare l'Islam come religione preponderante
e il Cattolicesimo come religione marginale ( meno del 10%
della popolazione ).
E' interessante osservare che queste nuove religioni
importate non hanno cancellato la cultura animista, anzi
pare quasi che siano complementari ad essa.
Ne risulta una religiosità che non ha gli eguali in
altri paesi e piace all'osservatore occidentale
constatare che le donne non portano il velo, ma che anzi,
non coprono in taluni casi nemmeno il seno ; esse hanno
parte attiva nella vita sociale, escono al sabato sera
per una festa o per discoteche e la domenica si fanno una
passeggiata al mare con gli amici mostrando un audace
due pezzi con la massima disinvoltura.
E' vero anche che nell'entroterra le cose non stanno
esattamente così, ma possiamo dire in generale che le
religioni, anche se praticate con convinzione, vengono
vissute in modo meno bigotto che, ad esempio, nel Nord-Africa.
Il popolo wolof che abita praticamente tutto il Senegal,
concepisce tutta la sua vita mettendo al centro la
famiglia, che qui va considerata in modo molto diverso
dal modo occidentale.
In Senegal la famiglia è allargata fino ai parenti di
secondo o terzo grado, così non sarà difficile vedere
famiglie di venticinque - trenta persone vivere sotto lo
stesso tetto, che il più delle volte è un misero tetto
!
Ecco perché spesso sentendo parlare un senegalese si
scopre che ogni tanto salta fuori un fratello di cui non
si era a conoscenza o addirittura un nuovo papà
che in realtà sono rispettivamente cugino e zio.
È normale per noi pensare che, quando un uomo che ha dei
figli, emigra in Europa, lascia un grande vuoto, ma qui
non è esattamente così perché quei figli identificano
nello zio, che vive con loro, il papà.
Quindi è evidente che il valore più grande che ha
questo popolo è la solidarietà, che non viene meno
neanche quando qualche componente della famiglia si trova
nella necessità di reperire una somma per poter curare
la propria moglie, o il proprio figlio o ancora per
potere emigrare in Europa o sposare una fanciulla che il
padre non lascerà mai senza che gli si versi in cambio
una somma.
Forse è per questo che tutti mangiano e quasi nessuno ha
un salario fisso.
Per il resto ai nostri occhi il Senegal, più di altri
paesi africani ci appare come un caos totale, ma un caos
pieno di colore e di vita. E' molto facile imbattersi in
una festa di battesimo o di matrimonio in cui potenti e
gracchianti altoparlanti accompagnano la frenesia delle
danze in onore dei festeggiati.
In quei momenti tutto il peso e le tribolazioni della
vita quotidiana sono dimenticati e si sfoggiano i vestiti
più sgargianti. Il popolo senegalese, oltre ad avere
caratteristiche somatiche molto fini ed eleganti, è
probabilmente quello che in Africa ha il migliore gusto
nell'abbigliamento. E' difficile infatti vedere una donna,
anche nella sua quotidianità, con un vestito poco
dignitoso, sarà anche per il modo di camminare
estremamente elegante che certamente aiuta.
Il paese va visitato nei suoi aspetti meno turistici,
occorre infatti andare all'interno, soprattutto al sud
per vivere le emozioni più forti.
Assolutamente da vedere la regione di Tambacunda e
Kedougu nelle foreste dove vivono i Bassari, in villaggi
meravigliosi fatti di capanne immerse nel verde.
Ma anche città come S.Louis non mancheranno di stupire,
con le sue costruzioni coloniali che ne testimoniano il
passato glorioso di capitale delle colonie francesi dell'Africa
dell'ovest. In tutto il Paese si noteranno i
coloratissimi car rapide, furgoncini per il
trasporto in comune , sempre straripanti di gente con il
tetto carico di ogni cosa ( animali, biciclette,
pneumatici ecc. ), a testimoniare un piccolo commercio
sempre frenetico e diffuso, ma eternamente provvisorio e
improvvisato, quello che permette di rimediare qualche
spicciolo per dare da mangiare ai bambini, numerosissimi,
che attendono a casa fiduciosi.
Le strade sono poche ma spesso asfaltate, ma il traffico
è sempre lento a causa di mezzi a trazione animale o,
peggio, di camion fatiscenti che trasportano più del
doppio della propria portata. Anche le automobili sono
numerosissime e scassate, e non contribuiscono certo a
viaggiare serenamente.
Dakar , la capitale, è un girone dantesco che vale la
pena di essere visitato. Una volta è sufficiente, e non
verrà più la voglia di tornarci.
Si tratta di una città caotica, con traffico
perennemente paralizzato, dove convivono fianco a fianco
edifici fatiscenti e grattaceli modernissimi, uomini d'affari
in doppio petto e lebbrosi mendicanti. Come in altre
parti d'Africa tutto pare essere in contraddizione,
eppure esiste un delicato equilibrio che permette a
questo paese di continuare a vivere in mezzo a mille
problemi, ma con dignità sufficiente a farsi rispettare
dai paesi limitrofi. Nella sua grande imperfezione
infatti, il Senegal rimane come un esempio di buon
governo, anche se noi occidentali non possiamo che
constatare una corruzione diffusa in tutti i livelli di
potere, dal ministro all'ultimo gendarme.
Vero è che dalla sua indipendenza, nel '64, il Senegal
non è mai stato teatro di guerra, anche se sussistono
focolai di qualche disordine in Casamance, al sud. Quindi
in questo senso è da considerare un paese
sostanzialmente tranquillo a differenza di tutti quelli
che lo circondano, che, come si sa a fasi alterne, sono
soggetti a ribellioni e colpi di stato.
Gli aspetti da noi citati, sono solo alcuni e ci vengono
in mente in modo disordinato, forse ci siamo dimenticati
di tanti altri particolari, forse altrettanto importanti.
Ci possa perdonare dunque chi legge queste poche
considerazioni, perché chi scrive non è né un
giornalista, né uno scrittore, ma solo una persona che
vive di sensazioni epidermiche e che cerca di
trasmetterle come può.
Forse come al solito siamo più bravi a descrivere ciò
che viviamo con le immagini che volentieri proponiamo a
completamento di questo scritto.
Potrete ovviamente usare lo strumento della posta
elettronica per ottenere soddisfazione alle vostre
curiosità sul Senegal che non sono state citate su
queste pagine. |
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