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1997 (marzo-aprile)
Sicuramente il viaggio più impegnativo che abbiamo fatto finora.
Partenza da Dakar per S.Louis per arrivare alla frontiera con la Mauritania
a Rosso.
Attraversiamo il fiume Senegal con il Bac di servizio e iniziamo a dirigerci,
attraversando zone bellissime lievemente collinari, verso Butilimit su una
pista di sabbia molto veloce.
Da lì prendiamo il lungo nastro dasfalto che ci porta dopo circa 900
Km a Nema dove facciamo rifornimenti di acqua e di gasolio (circa 350 litri)
perché da quel momento non possiamo più aspettarci di trovarne ancora. Attraverso
una pista abbastanza impegnativa arriviamo a Oualata, Villaggio disperso
fra le sabbie e in parte sepolto, con la caratteristica saliente di avere
intorno alle porte delle proprie case delle decorazioni molto fantasiose
ed eleganti. Visita veloce al villaggio e partenza per Tichit, distante
qualche centinaio di km di vero fuoristrada senza tracce in un itinerario
immaginario che si snoda da una parte e dallaltra di una falesia che
taglia in diagonale tutta la Mauritania. Molto difficoltoso il percorso
che ci porta da Tichit a Tidjkta dove dobbiamo constatare la rottura del
terminale della marmitta . A Tidjkta troviamo un fabbro che ce la ripara
e anche un po di gasolio che in effetti cominciava a scarseggiare
considerando che nel nostro programma cera di andare a Chinguetti
ed eventualmente a Ouadane.
Dal momento che decidiamo di proseguire, inizia una tempesta di sabbia che
ci accompagnerà fino alla destinazione, Chinguetti, che ci crea grossi problemi
di orientamento e soprattutto di visibilità. Visita alla città sacra che
ha laspetto più che altro di una città morta, che lotta strenuamente
contro lavanzata della sabbia senza veramente riuscirci. Il luogo
è comunque ricco di fascino e vale la pena di essere visitato non in fretta
magari diventando amico con qualcuno degli abitanti.
Il ritorno lo abbiamo effettuato passando per Atar e percorrendo velocemente
la strada asfaltata fino alla capitale, Quindi a Dakar.
Da segnalare in questo viaggio la vita nomade del deserto che è ancora molto
diffusa, le carovane di cammelli. Paradossalmente è proprio nel deserto
più inospitale che abbia mai visto, che si svolge una vita così attiva ,
fatta di tende, di cammelli, di capre, forse dovuta al fatto che stranamente
non è cosi difficile trovare lacqua come in altri posti. Lesperienza
è fortemente consigliabile.
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