GUINEA CONAKRY

1998 (luglio)
Era da qualche tempo che maturava in noi la voglia di viaggiare in un paese umido, specialmente in una regione della Guinea, il Fouta Djalon, caratterizzata da fitte foreste, cascate e grandi pascoli. Abbiamo stabilito che l’itinerario doveva essere : Dakar, Kaolack, Tambacunda, Koundara e tutte le tappe vere e proprie del Fouta. A Tambacunda abbiamo deciso invece di allungarla un po’ dietro consiglio di un giardiniere che ci ha consigliato di arrivare fino a Kedougu, per poi prendere la pista che si addentra nella foresta ancora in territorio senegalese che porta a Salimata, villaggio abitato dai Bassari, etnia poco numerosa che vive esclusivamente in poche decine di km quadrati circostanti al villaggio a cavallo del confine con la Guinea. I bassari sono prevalentemente agricoltori e professano in maggioranza la religione cattolica.
I villaggi bassari sono poveri ma puliti e ordinati, fatti di capanne di paglia o legno. Il luogo è molto interessante e la gente semplice e accogliente.
Dormiamo lì e il giorno dopo partiamo per il confine che è solo immaginario. Infatti dopo avere attraversato una fitta foresta ci troviamo in una vasta radura erbosa disseminata di alberi immensi che vengono chiamati fromager ( non so se si scrive così). Due ragazzi che incontriamo ci dicono che siamo già in Guinea.
Dopo qualche Km arriviamo in un villaggio che si sviluppa tutto ai bordi di un immenso viale di fromager. Gli alberi sono talmente immensi che ogni rumore che si sviluppa sotto le loro fronde rimbomba …. Una sensazione molto strana !
La prossima tappa è Koundara dove c’è un posto di polizia e dove chiediamo di regolarizzare la nostra presenza nel paese.
Il giorno dopo partiamo alla volta di Labè attraverso una pista rossa interminabile ma che percorre luoghi verdeggianti e foreste bellissime. Nonostante le copiose piogge di quella stagione la pista, a parte qualche pozzanghera, è perfettamente percorribile e ben drenata.
Il fondo non è per niente scivoloso e anche questa è una sorpresa piacevole.
In tarda serata arriviamo a Labè . Da quella città inizia il nastro d’asfalto che ci poterà a Pita, luogo poco distante dalle cascate Kinkon, che visitiamo, Dalaba, Mamou, Kindia.
A quel punto decidiamo di prendere una pista che si dirige verso nord a Telimelè e un’altra pista che chiude il circuito del Fouta fino a Pita. Decidiamo di fare ritorno attraverso la pista che arriva a Mali (villaggio) alto 1500 metri, a nord–est che tramite una pista dovrebbe portarci a Kedougu.
Da Mali a Kedougu abbiamo avuto grossi problemi per la impraticabilità effettiva della pista che durante le violente piogge della stagione era stata distrutta completamente e trasformata in un torrente. Sconsiglio vivamente di fare quel tratto anche se la zona di Mali è molto bella. Le uniche alternative per tornare in Senegal sono la pista di Salimata, oppure quella di Medina Gonasse. Può anche essere che la pista durante la stagione secca sia ripristinata, ma posso solo ipotizzarlo. Arrivati a Kedougu il percorso è uguale a quello dell’andata.