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Viaggio in
Burkina Faso, via Guinea - Mali, ritorno dal Mali (febbraio
2001)
(testo a cura di Paola)
Martedì 6 febbraio: Yene-Tambacounda.
Partiamo alle ore 18 da Yene e arriviamo all'una di notte
all'hotel Asta Kebè di Tamba.
Mercoledì 7 febbraio: Tambacounda- Kifaia (Guinea)
Partiamo alle 10.15 dall'hotel , naturalmente salutando
doverosamente il caro amico addetto alla manutenzione
della piscina che ci chiede subito dov'è Damiano e resta
un po' deluso per non poterlo vedere. come nuotava
bene, l'anno scorso! commenta sorridendo ed ha un
sorriso che è uno spettacolo. Persona semplice,
laboriosa che ti lascia la voglia di restare in Africa
per sempre.
Si arriva a Medina Gounas e la pista è un po' bruttina.
Poi Kalifouru ,posto di frontira senegalese.
Sambailo dall'altra parte è già Guinea. Al ceppo , che
segna la linea di confine tra i due stati, la pista
diventa immediatamente migliore, segno che la Guinea cura
la manutenzione delle piste meglio del Senegal.
Alle 16 arriviamo a Koundara : alla dogana Madame Awa
Kamara, chef de Brigade, non è in
servizio, dicono i suoi simpatici colleghi dondolanti
sulle amache all'ombra della capanna senza pareti.
Anche le formalità risultano simpatiche perché veloci e
piacevoli. Si riparte raccomandando loro di salutarci Awa
da parte mia la femme toubab col Tojota targato
Dakar.
Notte nella brousse poco dopo Kifaia: niente zanzare, né
caldo , né freddo, è una meraviglia la Guinea senza le
diaboliche moustiques che tanto soffrire ci procurarono
in passato. Luna piena africana: che cosa cerchiamo di
meglio?
E' vero , non c'è il bebè, ma l'Africa c'è al completo!
Giovedì 8 febbraio 01: Kifaia-Dabola.
Si riparte alle 8,15 dal campo di Kifaia, arrivo al Bac
manuale di Kounsitel che pagando ben 5000 FG ti traghetta
senza tante balle di panne. Arriviamo a Labè alle 13,15
e prima cosa portiamo l'ambasciata del povero camionista
trovato in panne sulla pista che necessita di un pezzo
che è difficile perfino da pronunciare, figurarsi da
trovare! Ma il meccanico comprende al primo colpo e
sembra ben disposto a correre (si fa per dire)
in aiuto allo sventurato.
Memori dell'ottima cucina del francese di Dalaba (Hotel
Tangama) gli telefoniamo, tramite la posta, per prenotare
un tavolo da due, ma risponde che il ristorante è chiuso.
Ormai neanche ì bianchi hanno più voglia di lavorare!
Pranziamo al ristorante di Labè di fianco all'Hotel du
tourisme: Capitaine per me e steck per Andrea, buoni
certamente ma anche la fame non era male
Ripartiamo alle 15,30 su bell'asfalto che va a Pita, poi
Dalaba e Mamou. Prima di Mamou c'è un incrocio in cui si
devia per Dabola. Ci arriviamo alle 19'30.
Dormiamo all'Hotel Tinkisso con camera doppia e bagno a
30.000 FG (45.000 lire). Nel parcheggio troviamo posto di
fianco ad un elicottero. Vuoi vedere che l'albergatore ha
vinto al Gratta et Gagne? Serata rilassante sorseggiando
una birra in giardino. In nottata Andrea russa molto più
del solito. No, mi sbagliavo, era l'elicottero che
scaldava il motore per sollevarsi. Comunque mi alzo per
vomitare e mio marito, sempre solidale in questi casi,
non rinuncia ad una sana cagarella ripetuta in compagnia
(lui sì che non è né un ladro, né una spia).
Venerdì 9 febbraio 01:Dabola-Kourussa-Siguiri-15 km.
Prima di Kouremalè (frontiera col Mali)
Intenso uso del bagno anche al mattino: appena pagato il
conto e resa la chiave, ancora un'ultima capatina ai
servizi. Ma cosa c'era nel pranzetto di ieri lo sa
soltanto la buona anima del cuoco!!! Avanti pure.
Partenza alle 9'30 da Dabola su asfalto bello fino a
Kourussa. Gasolio, fotografie ad un enorme fromager con
sotto popolazione locale che esige ricompensa monetaria
per il merito di non averlo abbattuto (dici poco?) A
mezzogiorno partiamo sulla pista, abbastanza brutta,
diretta a Siguirì. Il paesaggio non è il massimo, tutta
brousse già rinsecchita ma sulla destra si intravede di
tanto in tanto il vasto letto del fiume Niger. I
microvillaggi hanno tutti una piccola pista pedonale che
va al fiume. La tole-ondulè imperversa e ci manda in
crisi: continuare correndo fino a Bobo o fare dietro
front verso l'isola paradisiaca di Los, al largo di
Konakri, per godere sole e oceano senza troppi sforzi?
Cosa sono le vacanze? Sudore o godimento? Risposta:
sudore= andiamo avanti. Pochi km prima di Siguirì
traghettiamo con un Bac che in tutta efficienza
attraversa il Niger in 5 minuti al costo di 8000 FG.
Siguirì è bella, ha un grande mercato, una grande
pineta,
una bella Chiesa ma è famosa soprattutto per la SAG (Società
aurifera Guineiana) che richiama cercatori d'oro da tutto
il mondo ( soprattutto Europa), pronti a festeggiare con
i metalli preziosi degli altri. Decidiamo di non
visitarla. Si fa Polizia e Dogana, come in tutte le
cittadine della Guinea. Cenetta a lume di candela con
fusilli ai funghi. Passiamo la notte vicini alla pista,
niente pigiama ma con maglia e pantaloni. Sempre neanche
una zanzara anche se siamo vicini al fiume.
SABATO 10.2.2001:Siguirì-Kouremalè-Narena-Sibi.
Partenza alle 8.15 e arrivo alla frontiera tra Guinea e
Mali. Paghiamo 4400 CFA per avere il Lascia passare per l'auto
in Mali. La salute è Okay.
La frontiera taglia il villaggio di Kouremalè in due
parti: quella guineiana e quella maliana.
Arriviamo a Sibi (Mali) alle 12'30 incontrando un
bellissimo mercato sulla via principale del villaggio.
All'ombra di questo lungo viale di manghi secolari
godiamo il fitto brulicare di un grande e coloratissimo
mercato africano. Merce di ogni genere divisa per settori
e un traffico pazzesco di venditori che si mescolano ai
clienti. Tutto molto vivace e interessante per noi , che
abbiamo giusto bisogno di banane, manghi (che qui sono già
maturi) e ci fa molto comodo anche uno scopino vegetale,
in vendita proprio qui, per spolverare l'auto dalla terra
rossa e sabbia di cui è completamente ricoperta. C'è
anche il guaritore tradizionale con la sua bancarella e
tanti pacchettini di medicamenti , validi per ogni male,
dalla malaria ai disturbi della pelle, fino alla diarrea.
Averlo incontrato ieri! Comunque non resisto e compro a
buon mercato il toccasana per diarrea e dermopatie varie.
Facciamo tante foto passeggiando tra la folla dei clienti.
Si riparte sulla pista per Bamako. Incontro con due
insoliti ciclisti. Li salutiamo e dobbiamo assolutamente
fermarci perché notiamo il loro abbigliamento
tradizionale, completo di cappello con corna di gazzella,
borsetta di pelo di gatto selvatico o altro felino locale.
Ma dove state andando, tutti così tappati? Siete
veramente originali nel look, ma che strumento è quello
il cui manico sporge ai lati della bici? Ci dicono
che è il SIMBI' una specie di Kora, con 7-8
corde, che andranno a suonare per i cacciatori; così ci
pare di capire. Praticamente quasi due rock-star della
brousse. Foto! Gli facciamo notare la loro immagine sul
monitorino della macchina digitale e restano di stucco.
Saluti affettuosi e si riparte.
Arrivo a Bamako alle 14, gasolio e telefonatina a Damiano,
che anche stavolta non c'è.
Siccome si è rotta una staffa di metallo che tiene fermo
il boccale del radiatore, questo, ballando su e giù, si
è perforato. Cerchiamo il pezzo in città ma senza
fortuna, anche se aiutati dal gentile Omar Traorè (prof)
che ci accompagna di qua e di là, fino al quartiere dei
Pièces detachè. Niente da fare ma se avessimo più
tempo forse si potrebbe riprovare, intanto Andrea
appronta l'ennesimo impiantino africano basato sul
recupero di elastici fatti di camera d'aria vecchia e
pezzi di infradito old -time. Sembra impossibile a noi
occidentali, ma qui in Africa quasi tutto funziona su
questo principio, anche il nostro Toyotone, frutto della
massima tecnologia giapponese, da quando è giunto in
Africa, si è subito adeguato e ora viaggia grazie ad
alcune piccole, ma fondamentali riparazioni africane.
L'incredibile senso di orientamento di Andrea, anche nei
quartieri di Bamako, dove le strade si assomigliano tutte
e anche le case, ci porta miracolosamente a ritornare
dopo due anni all'Hotel des arbres, senza ricordarci più
neanche il nome. Entrati, per prima cosa, ci chiedono se
vogliamo vendere il mezzo di trasporto, ma come ci
arriviamo a Bobo senza la belva? Cena con Steck e
Capitaine. Le camere sono squallide e sporche (come da
copione), con riserva di profilattici per un mesetto.
Prezzo del pernottamento senza colazione:14000 Cfa. Cena
7800 Cfa. Il cameriere, premuroso e simpatico, è fiero
di annunciare che la serata sarà animata da musicisti
del calibro di quelli incontrati oggi nella brousse! Io
sono contenta perché amo la musica maliana, Andrea un po'
meno e comincia già a preoccuparsi per la notte. Infatti
suonano fino all'una e tra il rumore del ventilatore e l'animazione
si prende sonno tardissimo.
DOMENICA 11.3.2001 Bamako-Bobo
Partenza alle 9,30 dopo aver incontrato, nel parcheggio
dell'hotel, due venditori di bijoux di Timia. Compro
parure di collana e bracciale in argento. Bell'asfalto
fino a Sikasso. Sikasso è un grande centro commerciale
da cui si smista la merce diretta in Costa d'Avorio e il
Burkina. Molti camion di carburante.
Per la Costa d'Avorio c'è l'asfalto, per il Burkina c'è
la pista. Pompe di carburante locale un po' meno caro
dell'altro. Nessun problema alla frontiera; dogana e
polizia burkinabè sono gentili. Noi non abbiamo il visto
e va bene lo stesso. Il lascia passare per l'auto costa
5000 cfa pagati alla dogana. Arriviamo verso le 19,30 a
Bobo. La zona precedente Bobo è bella: Bei villaggi,
pochissime automobili e molto vecchie. Per la strada la
gente è abbastanza stracciona. Cerchiamo un hotel e alla
fine troviamo l' hotel 421, proprio in centro.
Restiamo piacevolmente sorpresi dalla pulizia,
televisione con satellite e anche la Sacra Bibbia sul
comodino, ventilatore compreso al prezzo di 12.500 cfa.
LUNEDI 12.2.01: Bobo- Banfora- Bobo.
Alle 8.30, dopo colazione, visita a Bobo: il mercato è
stato temporaneamente spostato perché si stanno
ultimando i lavori di restauro alla sua sede che
intravediamo al di là delle transenne. E' in stile neo-sudanese
ed è un peccato non poterla visitare. Arriviamo alla
Moschea, datata 1880, e al vecchio quartiere.
Naturalmente è impossibile vedere il tutto in santa pace
da soli, perché subito ci accalappiano due giovani che
si impongono come guide. Era chiaro fin dall'inizio che
non si poteva sfuggire, ma Andrea ,
ogni volta che succede, si dà la pena di ribellarsi
arrabbiandosi e facendo casino. Io no, subisco e basta.
Non che le guide mi siano simpatiche, ma riesco a
rassegnarmi e concentro lo sforzo nel pagarli piuttosto
poco. Compro due scatoline con coperchio fatte con
piccole Kalabash chirografate e un ananas. Visitiamo la
casa più vecchia della città, abitata da una vecchietta
altrettanto navigata. Saliamo anche al primo piano con
vista panoramica sulla città. Una stranezza tipica di
Bobo è un corso d'acqua che assomiglia di più ad una
fogna a cielo aperto che attraversa la città ed è l'habitat
ideale per i famosi Poissons sacrés.
Costatiamo che ci sono davvero, non solo, ma dall'altra
parte ci sta pure un bel caimano che scorrazza dentro e
fuori dall'acqua. Dicono che è buono, potrebbe uscire
per mangiare carne umana, ma non lo fa, si limita a
quella di pollo che gli passa il villaggio. Finalmente
arriviamo all'arte africana. Contrattiamo due belle
statue a 70.000 cfa ma non è possibile concludere perché
Il n'y a pas l'argent. Prelevare tramite la
Visa alla banca si potrebbe se ci ricordassimo il codice.
Niente da fare : il venditore è depresso più di noi e
pensa che anche i bianchi in fondo sanno essere
cioccapiatti (si direbbe da noi in Emilia), squattrinati
come i neri. A mezzogiorno litighiamo per bene, io e
Andrea, tanto che le guide si sentono un po' in colpa e
supplicano di smettere. Partiamo per Banforà col muso.
Lago Tegrelè: ci vivono diversi ippopotami e volendo i
pescatori ci caricherebbero in piroga per andare a
vederli. Io non me --la sento. Abdullaye insiste perché
li conosce bene, sono vegetariani, sa che sono tranquilli,
non hanno mai fatto scherzi , anche se al pomeriggio sono
più stressati per il caldo. Dato che è pomeriggio perché
volerli stuzzicare ulteriormente? Ripieghiamo sulla
visita alle cascate e al picco denominato DOM. La pista
è rurale, costeggia le piantagioni vaste di canna da
zucchero, bei paesaggi nel verde con agricoltori all'opera.
Essendoci l'acqua l'impressione è che la zona sia ricca
di prodotti agricoli. Terminata l'escursione beviamo
qualcosa col pescatore e ci salutiamo pagandolo 8000 cfa.
Ritorno a Bobo. Vagando per la città ritroviamo una
delle guide del mattino che è felice di accompagnarci
all'hotel Le Pachà gestito da una bianca. Ottimo
ristorante, ambiente chic, ne approfittiamo per bene.
MARTEDI 13 FEBBRAIO 01: BOBO- BAMAKO
Si parte alle 8.30, sosta ad un piccolo villaggio vicino
a Orodara. Sotto ai manghi alcune capanne tipiche con
granai annessi . Un uomo sta intrecciando una specie di
cesto. Chiediamo e ci spiegano che serve per le api. Lo
compriamo a 1000 cfa. E' grande e tondo, rotola per l'auto
fino a Dakar, ma è un bel souvenir. Ne vale la pena. Il
gasolio in Burkina costa 380 cfa. Frontiera e risiamo in
Mali. Notte a Bamako. Praticamente per evitare il bis all'Hotel
des arbres, incappiamo in qualcosa di molto peggio: un
night con stanze ad ore (Batama). Non ci sono lenzuola ed
è anche caro (20.000 cfa). Mannaggia al libanese che lo
dirige e alla russa che coadiuva. Cena all' hotel des
arbres . Io non dormo pensando tutta notte a quanto è
animale l'uomo e quanto più umani sono gli animali.
MERCOLEDI 14.2.01 . BAMAKO-vicinanze di FANGALA'
Alle 7 togliamo le tende dal postaccio, se non fosse che
ci hanno chiusi dentro, per la nostra sicurezza, s'
intende. Dopo urla e strepiti arriva il guardiano ad
aprire ed il libanese, in coma, per riscuotere.
In centro per prelevare alla banca. Uscire da Bamako è
un'impresa, il traffico è paralizzato e serve un' ora.
Gasolio anche al cisternone dato che qui costa 60 cfa in
meno.
La pista per KITA la si prende dal punto G, una zona
collinare dalla quale si domina tutta la città, ma oggi
c'è vento e foschia di sabbia per cui non si vede quasi
niente. A KATI il poliziotto dice che la pista per KITA
è bella. Ore 10 partenza sulla bella pista di laterite,
con tanto di cartelli stradali, per KITA. Velocemente
arriviamo a Kita alle 12,30. Zona industriale: cotonifici
e oleifici del Mali. Poco dopo Kita questa ottima pista
svanisce e continua sotto forma di pista stretta nella
brousse, più simile ad una carraia per mezzi di campagna,
tipo carretti con asinello. Piccoli villaggi, velocità
minima, praticamente si procede a passo d'uomo. In più
il tragitto è tortuoso. Villagio di TUKOUTU. Ai villaggi
dobbiamo sempre chiedere la direzione perché esistono
tante diramazioni. Poco dopo Tukoutu e prima di Fangalà
ci fermiamo per chiedere ai locali conferma della
direzione e questi ci fanno notare che abbiamo forato.
Cambiano loro la gomma, io distribuisco regalini di
farmacia. La pista, dicono, è brutta fino a MAINA. Dici
poco? Non è possibile riparare la gomma prima di Maina.
C'è da sperare di non forare più. Notte nella brousse
poco prima di Fangalà.
GIOVEDI 15 FEBBRAIO 01: Vicinanze di Fangalà- Maina-poco
dopo Bafoulabè.
Partiamo alle 7,55 e attraversando questa brousse più
che mai spinosa raggiungiamo Fangalà. Problemi nel
trovare la pista per Badoumbè. Ci sembra di averla
imboccata quando un ragazzo di passaggio ci avverte che
non è così, ma si deve tornare indietro fino a Fangalà.
Ci prende un colpo: la pista fa pena, in alcuni punti è
difficile trovare il passaggio per la presenza di
pietraie, strapiombi e voragini, insomma non è una
passeggiata. Continuiamo così, a volte costeggiando la
ferrovia, a volte la scavalchiamo e altre ancora la
percorriamo, proprio come il treno. Tanto di treni non c'è
ombra. Velocità di crocera sempre 10-15 km./ora con
sforzo nostro e dell'auto. A circa 10 km.da Maina c'è un
bel passagio in cui la pista costeggia la falesia e ci
troviamo la parete della montagna a sinistra e a destra
lo strapiombo sul letto del fiume. Il paesaggio è
magnifico, la zona praticamente quasi disabitata.
Finalmente raggiungiamo Maina alle 15,30: il bilancio è
di 100 km.in 7 ore (niente a che vedere con la Parigi-Dakar!)
Sosta lunga dal gommista e contemporaneamente pausa-pranzo
al sacco. Qui la ferrovia attraversa il fiume grazie ad
un lungo ponte in ferro, che ha spazio solo per i binari
ma la gente ha l'abitudine di attraversarlo anche in auto,
pneumatici urlanti sulle rotaie. Bella vista sulle
lavandaie e sul letto ampio del fiume. Senonchè dopo
aver pagato il gommista ben 3000 cfa (ne voleva 7500!)
chiediamo ai giovani la strada per Kayes. O si attraversa
il ponte in questione o si torna indietro su altra pista
brutta. Prima di decidere chiedo anche a che ora passerà
il treno e mi rispondono che non ci sono programmi. Colpo
d'occhio all'orizzonte e il giovane mi dice: ora va
bene perchè la via del treno è chiusa. Sono le 17,30
e partiamo. Il primo ostacolo sono le rotaie: gomma
anteriore destra supera la rotaia sinistra con auto
perfettamente al centro ma ci blocchiamo perché la
rotaia è molto alta e tocchiamo sotto. Scendo per vedere
dove tocca e sento i giovani urlare: Le train Le
train! Corrono verso di noi in tanti, sono
disperati, si sente il fischio del treno che arriva
dietro la curva. Provano a spingere ma non parte; allora
la prendono dal basso e la sollevano di peso, portandola
un po' di lato in modo che la rotaia non tocchi più il
pezzo sotto che è centrale. Un tipo basso ordina ad
Andrea di scendere in fretta perché vuole portare lui l'auto
di là dal ponte. E fa così. Io che da dietro avevo già
previsto il peggio ho finalmente il coraggio di alzare
gli occhi e vedo il caro Toyotone avanzare saltellante
sui binari, e il treno dietro ai 20 all'ora.
Tutti quanti respiriamo, il pericolo scampato, ci avviamo
a piedi sul ponte discutendo animatamente dell'accaduto.
Io non riesco a trattenere un Ma mi avevi detto che
non passava ora! E lui indignato mi risponde che
però se non ha programmi può arrivare in qualsiasi
momento. Ha ragione anche lui! Gli incidenti sono
numerosi, tra auto, capi di bestiame, motorini,
biciclette, locali e turisti che entrano in collisione
con il locomotore. Mentre ancora dissertiamo sui fatti
sentiamo di nuovo urlale Le train: infatti di
fronte a noi avanza il 2° e conviene correre di là per
evitare di farsi trovare sul ponte al momento del
passagio del treno, perché c'è poco spazio. Comunque
erano giorni che speravo di vedere il mitico Dakar-Bamako
e ora in 10 minuti li ho visti entrambe. Il giovane
aggiunge anche che il macchinista se vede gente o auto
sui binari ed è gentile allora cerca di frenare, ma se
non è gentile ci va contro sicuramente e in più ha l'occasione
per dare la multa al malcapitato. Scongiurata la tragedia
andiamo a Bafoulabè e ironia della sorte ci troviamo
subito davanti un Bac che riporta dall'altra parte del
fiume. Siamo lì alle 17, ma è in panne. Pieno di acqua,
visto che si prevede un'altra notte in brousse. Alle 18
parte, paghiamo 2500 cfa. Con noi, sul Bac, venditrici di
pesce fritto e dolci, una calza elegantemente ciabatte
infradito con le calze. Ci scappa da ridere, i ragazzi
capiscono il motivo e ridono più di noi. La povera donna
forse non capisce. Notte poco dopo Bafoulabè. Ottima
doccia ristoratrice all'aperto, niente vento, temperatura
OK: si dorme da Dio, sempre senza zanzare!
VENERDI 16-2-01: Poco dopo Bafoulabè-Goudirì (Senegal)
Partiamo alle 8, la pista è sempre brutta e attraversa
tanti piccoli villaggi. Sempre si deve chiedere la
direzione perché ci sono innumerevoli alternative. Bei
paesaggi sul fiume e sulle montagne. Arrivo alle 13,30 a
Kayes. Altra foratura e altro gommista a Kayes che lavora
dalle 14,10 alle 15,50 per vulcanizzare il pneumatico.
Intanto telefono per confermare il volo di ritorno e
pranziamo al ristorantino (steck e frittes). Ci dicono
che a Kayes è stato trovato l'oro in diversi posti. Così
il gommista spara 17000 solo per la camera d'aria (l'oro
gli è andato alla testa!); paghiamo 13000 di tutto.
Ripartiamo alle 16 per Kidira, frontiera col Senegal.
Pistone largo con tole-ondulè e buche. Frontiera alle 18,30,
veloci le formalità di uscita e entrata. Continuiamo su
bell'asfalto per Goudiri che dista 70 km.circa.
Pernottamento al Campement di Goudiri, lo stesso in cui
ci fermammo in febbraio 99, quando era ancora in
costruzione e fu proprio il muratore a darci gentilmente
lo stesso Bungalow di stasera. Cena con facocero. La tele
parla di bombardamenti degli USA contro IRAQ: che brutte
notizie, ma noi qui ci sentiamo più al riparo.
SABATO 17-2-01: Goudirì-Tamba-Yene.
Dopo colazione passeggiamo in giardino, c'è anche una
piccola piscina, belle piante, quelle che amo: i
frangipane in fiore. Si riparte. A Tamba facciamo lavare
l'auto, giretto al mercato. Siamo a Yene a sera.
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